Gli operatori della Gnosis Chain hanno eseguito un hard fork della rete lunedì per recuperare asset digitali spostati a seguito di un exploit da 116 milioni di dollari di contratti gestiti da Balancer avvenuto a novembre. L'azione segue una precedente votazione della comunità per adottare un soft fork, riflettendo il consenso tra gli operatori dei nodi nel perseguire misure di recupero.
L'hard fork isola i pool di liquidità interessati sulla Gnosis Chain, ripristinando il controllo sui fondi rubati in un portafoglio controllato dalla DAO. Gli sviluppatori del protocollo hanno indicato che gli asset recuperati saranno conservati in modo sicuro finché i processi di rivendicazione non saranno finalizzati, con i contributori allo sforzo di salvataggio che potrebbero ricevere un compenso per i loro ruoli.
La discussione tra i validatori prosegue riguardo al meccanismo e alla tempistica per la distribuzione dei fondi, nonché al riconoscimento dei contributori white-hat. Il responsabile del protocollo, Philippe Schommers, ha dichiarato che l'attivazione delle rivendicazioni è prevista prima delle festività natalizie, dopo di che ulteriori decisioni di governance determineranno i compensi e le salvaguardie a lungo termine.
L'exploit di Balancer del 3 novembre ha sfruttato vulnerabilità nei V2 Composable Stable Pools, provocando trasferimenti non autorizzati di Ethereum e token ERC-20. Nonostante molteplici audit prima della messa in funzione, l'incidente evidenzia rischi persistenti nei complessi progetti di market maker automatizzati. Durante la fase di ripristino, gli attori white-hat hanno restituito circa 28 milioni di dollari, con il resto recuperato tramite l'hard fork.
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