Un'operazione congiunta guidata dall'Interpol, in collaborazione con le forze dell'ordine angolane e i regolatori delle utilities elettriche, ha smantellato diverse strutture illegali di mining di criptovalute nella città di Luanda e nelle province circostanti. A seguito del divieto nazionale imposto nell'aprile 2024 sul mining non autorizzato, le autorità hanno effettuato operazioni simultanee in sette siti dove erano stati installati di nascosto impianti ad alta potenza all'interno di aree residenziali e industriali. Gli agenti dell'Interpol, supportati dalla polizia locale e dagli ispettori energetici, hanno sequestrato oltre 4.500 dispositivi ASIC e componenti correlati, rilevando consumi di energia non autorizzati che superavano i limiti di sicurezza operativa. Le indagini preliminari hanno rivelato che le operazioni illecite sottraevano energia dalle reti municipali, causando blackout e un aumento dei costi energetici per le comunità locali.
L’Operazione Thunderbolt, nome in codice dell’intervento, ha sfruttato uno scambio di intelligence coordinato tra diversi organismi di polizia internazionali per tracciare i canali di approvvigionamento e spedizione delle apparecchiature di mining provenienti da fornitori esteri. Gli investigatori hanno scoperto che i rack erano nascosti dietro pareti false e all’interno di magazzini non regolamentati per eludere i controlli. L’analisi forense delle attrezzature sequestrate ha confermato che l’attività di mining era in corso da diversi mesi, generando un fatturato stimato di 12 milioni di dollari ai livelli di prezzo del 2025. Le autorità hanno arrestato cinque sospetti con accuse di furto di energia, riciclaggio di denaro e violazione delle normative nazionali sulle attività di asset digitali. È prevista un’ulteriore azione legale contro i facilitatori della rete che hanno organizzato il contrabbando dei dispositivi attraverso i punti di controllo alle frontiere.
L’operazione evidenzia le crescenti preoccupazioni globali sugli impatti ambientali e infrastrutturali del mining di criptovalute non regolamentato. Il Segretario Generale dell’Interpol ha espresso l’impegno ad assistere gli Stati membri nell’applicazione delle normative locali, sottolineando che il mining illecito non solo mette a dura prova i sistemi energetici ma mina anche gli ecosistemi finanziari e tecnologici legittimi. Il ministro dell’energia dell’Angola ha annunciato piani per rafforzare il monitoraggio delle reti e imporre sanzioni più severe per la non conformità, inclusi multe e confisca dei beni. L’intervento rappresenta un precedente di avvertimento per altri Paesi che devono affrontare reti clandestine di mining che sfruttano i bassi costi dell’elettricità per massimizzare i margini di profitto. L’Interpol ha consigliato ai governi di intensificare la collaborazione con le utilities elettriche, le agenzie doganali e i regolatori finanziari per identificare e smantellare proattivamente tali operazioni.
Le direttive future punteranno a schierare task force specializzate dotate di droni con tecnologia a infrarossi avanzata e analisi dei dati dei contatori intelligenti per rilevare anomalie nei consumi energetici. I programmi di formazione per le forze dell’ordine saranno ampliati per includere tecniche di informatica forense e analisi blockchain. L’iniziativa dell’Interpol fa parte di una campagna più ampia volta a garantire che le attività di criptovalute rispettino le leggi nazionali e contribuiscano positivamente allo sviluppo economico, invece di rappresentare un onere per le risorse pubbliche. Con l’accelerazione dell’adozione globale delle criptovalute, bilanciare innovazione e conformità normativa resta una sfida cruciale per i decisori politici e le agenzie di sicurezza di tutto il mondo.
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